Dal mio osservatorio di consulente pedagogica, che lavora a stretto contatto con le famiglie, sto raccogliendo da parte dei bambini una richiesta, spesso mascherata, ad aggiustare la rotta, rivolta ai genitori. Con questa lettera mi sento quindi la responsabilità di farmi portavoce di chi è troppo piccolo per esprimere verbalmente i suoi bisogni e le sue difficoltà. Difficoltà che approdano nel mio studio di consulenza pedagogica sotto diverse forme: capricci ingestibili, scoppi di rabbia, paure, problemi alimentari, nella gestione del sonno, nel controllo sfinterico, a scuola…
La piccola Anna, di soli tre anni, arriva allo sciopero della fame in concomitanza con la quarantena della famiglia; la piccola Giulia riprende a farsi la pipì addosso all’ingresso della scuola dell’infanzia; Mattia in tarda serata si trasforma in un diavolo mentre il papà mangia e la mamma si occupa del fratellino neonato; tanti piccoli Marco, Andrea, Laura scalciano, mordono, urlano, strillano di fronte ad un no e i genitori si ritrovano spaventati, impotenti, disorientati.
Cosa succede poi, durante il percorso di consulenza pedagogica? Molto spesso, quando i genitori riprendono in mano le redini dell’educazione, i bambini li seguono, subito, e le proteste si smorzano molto in fretta. Le famiglie ritrovano equilibrio, armonia e benessere.
Solitamente non servono percorsi lunghi, il consulente pedagogico aiuta i genitori - nella maggior parte dei casi la consulenza è di coppia - a ritrovare la bussola smarrita e i genitori poi con quella bussola sono in grado di orientare i figli. I figli all’inizio si trovano spiazzati e per reazione si oppongono, ma ben presto accolgono la rinnovata guida dei genitori, perchè è proprio ciò di cui sentono il bisogno per crescere serenamente, il poter fare affidamento su una “base sicura”, così come ci ha insegnato John Bowlby, padre della teoria dell’attaccamento.
Cari mamma e papà
Se avessi accesso alla parola e al pensiero vi direi alcune cose… a proposito, non avendone accesso, non mi resta che comunicarvelo con capricci, disobbedienza, urla, morsi, richieste assurdissime, vi avviso… potrei anche arrivare allo sciopero della fame… Purtroppo vedo che il messaggio non arriva, faticate a capirlo, è troppo difficile da decodificare o da accettare? Lo so, l’ho capito pure io, riprendersi la responsabilità educativa con annesse fatiche, delusioni e sofferenze è difficile e faticoso, ma io sono sicuro che potete farcela! Dai mamma e papà, faccio il tifo per voi, e poi per fortuna esistono professionisti che sanno tradurre il mio linguaggio, affidatevi a loro!
Ecco una prima traduzione per partire.
Ho bisogno di routine e di regole che mi facciano sentire sicuro. Non so che anno, mese, giorno, ora, sia, perciò ho bisogno di una routine regolare, adatta a me, calma, ripetitiva, che mi faccia sentire al sicuro, che mi faccia prevedere cosa accade dopo, e cosa accadrà dopo ancora.
Mi oppongo ai cibi sani e ad andare a letto presto, ma ne ho un gran bisogno, perciò mamma e papà, guidatemi voi. Non voglio addormentarmi da solo e dormire nel mio letto, ma voi con pazienza e costanza potete insegnarmelo, anche se vi sembrerà doloroso. Vi assicuro che non lo sarà, anzi mi insegnerà a diventare grande e mi darà la sicurezza che la coppia che mi guida e mi fa sentire al sicuro è formata da voi due e non da me con uno di voi. Però ho bisogno di vederlo, ho bisogno di vedere voi nel lettone e io nella mia cameretta.
Lo so che chiedo sempre tablet e TV, ma voi ditemi pure di no, portatemi al parco, con gli altri bimbi, per passare il tempo, e consolatemi con un abbraccio, non con un giochino o un video divertente.
Altra cosa, so che lo fate in buona fede, ma le scorciatoie educative non funzionano, e io non ci casco. Io sono più esperto di voi nel linguaggio non verbale, lo uso da quando sono nato, perciò capisco bene quando mi mentite e ingannate. Non funziona “vado a fare la lavatrice” con la speranza che mi addormenti da solo, oppure “la TV si è rotta” quando è ora di spegnerla, oppure il patè di tonno per camuffare il gusto della verdura. Non funzionano le promesse, tanto meno i ricatti, funziona la relazione, perchè io vi amo profondamente e sono felice di seguirvi, non darvi dispiaceri e rendervi fieri di me.
Ho bisogno di voi, sono troppo piccolo per capire i miei bisogni e li confondo con i desideri, e non sono ancora in grado di prendere decisioni. Quindi, per favore, non chiedetemi decisioni, se non su piccole cose, fate voi, mi fido, davvero. E ditemi pure qualche no, state tranquilli, non mi spezzo, anzi mi fortifico, e mi servirà quando troverò ostacoli nel cammino della vita. State in guardia dai miei “voglio” e dalle richieste assurde, le faccio per capire se la vostra guida è abbastanza stabile.
So che sto mettendo tanta carne al fuoco, però per favore fate un po’ di attenzione anche alle mie fasi di crescita, perchè se la maestra della scuola dell’infanzia mi propone il coding e l’esperto madre lingua inglese mentre voi mi proponete il biberon e il lettone mi trovo un po’ sfasato.
Ho bisogno di genitori guida, non di amici, compagni, miei pari. Ho bisogno che mi facciate strada con sicurezza, allora saprò seguirvi con fiducia cieca.
È molto faticoso, ne sono consapevole, ma vi prometto che sarete ricompensati di queste fatiche, perchè, se mi darete una buona base sin da ora, potrò crescere in modo equilibrato ed armonico ed essere felice.
A proposito, ho sempre parlato al plurale, perchè ho bisogno di tutti e due, mamma e papà. Ho bisogno di tutti e due nei due ruoli, materno e paterno, non di un papà che sta all’ombra della mamma.